Ciao e bentornat* sul blog di Hubove Studio!
Oggi siamo tornati con una nuova analisi sui Musei Europei. Il blogpost di oggi è dedicato a un Museo che a Ottobre scorso è stato al centro di diverse polemiche dopo che gli attivisti di Just Stop Oil hanno lanciato della salsa di pomodoro contro “I Girasoli” di Van Gogh: la National Gallery di Londra.
Siete pront*?
Partiamo dal Sito Web.
Screenshot della homepage del sito della National Gallery
Appena si approda sul Sito web della National Gallery si capisce sin da subito che si tratta di un sito interattivo curato nei minimi dettagli. Nella Home troviamo subito gli orari di apertura e il costo del biglietto, che in questo caso è gratuito.
Sulla destra troviamo il menù principale dove ci sono le otto sezioni in cui il Sito è diviso. Come sempre ci sono delle sezioni più istituzionali come “Visit us” o “Support us”. Altre, invece, sono più innovative e creano curiosità nello spettatore come ad esempio quella dedicata ai “Virtual Tour”.
Siamo stati principalmente impressionati da due sezioni: “Learning” e “Arts and Artist”.
La prima sezione, “Learning” è rivolta principalmente alle scuole di primo e secondo grado. Al suo interno troviamo attività, laboratori e progetti che il Museo propone alle scuole per educare i ragazzi all’arte. Tra le varie attività presenti siamo stati particolarmente colpiti dal progetto chiamato “Take One Picture”.
Screenshot della sezione "Learning" - progetto "Take One Picture"
Questa attività viene proposta ogni anno ad Aprile e finisce a Ottobre, ed è rivolta alle scuole di primo grado. Il Museo sceglie una tra le tante opere custodite al suo interno e chiede alle insegnanti interessate di realizzare un progetto con la propria classe.
L’attività si articola in 4 fasi distinte:
1. Planning your project
2. Working on your project
3. Submitting your project
4. Exhibiting your project
In primo luogo le insegnanti si recano alla National Gallery, dove un team di esperti spiegherà loro l’opera scelta. Sarà poi compito delle insegnanti illustrare l’opera alla classe e realizzare il progetto, che una volta finito potrà essere esposto al Museo.
Secondo noi questo è un ottimo modo per far avvicinare i ragazzi al mondo dell’arte. Il coinvolgimento in prima persona e il contatto diretto tra il processo creativo che parte da loro stessi e la sfera artistica è molto importante.
L’altra sezione che ci ha colpito è dedicata all’arte e agli artisti in generale. Al suo interno gli utenti possono da un lato ricercare in maniera autonoma informazioni sulle opere, dall’altro venire a contatto con un mondo a loro sconosciuto: quello delle residenze d’artista.
Grazie alla caratteristica di avere uno studio in loco, dedicato allo sviluppo personale e creativo degli artisti, il Museo offre un’ampia gamma di risorse ed esperienze. Esse sono finalizzate allo sviluppo del lavoro degli artisti all’interno dell’iconica cornice della National Gallery.
La particolarità e unicità di questo programma risiede nell’espansione e rinnovamento dei programmi di residenza, con la selezione di artisti provenienti da ogni parte del mondo e in diversi punti delle loro carriera.
Questo processo avviene tramite l’assegnazione delle residenze da parte di una giuria. Le giurie sono presidiate dallo staff della National Gallery, e composte da rappresentanti di spicco del mondo artistico internazionale e da curatori provenienti da istituzioni partner. Tutto ciò assicura qualità e diversità nelle scelte.
Screenshot del sito della National Gallery - sezione "Arts and Artist"
Screenshot del virtual tour "Fit for a queen"
Uno dei punti forti del sito della National Gallery è la possibilità che offre agli spettatori di poter visitare virtualmente il museo tramite l’utilizzo dei propri dispositivi quali cellulari, tablet e computer.
Il Museo oltre a dare questa possibilità ha creato quattro tour tematici che guidano gli utenti all’interno delle collezioni museali. Il tour che ha catturato la nostra attenzione è quello intitolato “Fit for a Queen” e si compone di 28 capolavori che celebrano i 70 anni di regno della regina Elisabetta II.
Passiamo ora all’analisi dei social della National Gallery di Londra.
Iniziamo con Instagram!
Su Instagram, la National Gallery ha una pagina ad essa dedicata e anche in questo caso, tramite Not Just Analytics, possiamo notare che l’engagement rate della pagina è in rosso posizionandosi quindi sotto la media. Non dobbiamo preoccuparci troppo, dato che si tratta di una pagina corporate e non di una persona fisica.
La bio del Museo fornisce in maniera efficace tutte le informazioni di cui il visitatore necessita e mostra sin da subito l’intento di voler dialogare con i suoi follower invitandoli a scattare foto da ricondividere sui social con l’hashtag #National Gallery.
Ma andiamo a vedere quali sono i contenuti che vengono pubblicati sulla pagina.
Siete pront*?
Sulla pagina del Museo inglese troviamo tutti i formati proposti dal social: foto singole, caroselli e reels, il format maggiormente presente sul profilo.
Ma perché accade ciò?
Questo succede perché, ormai da qualche aggiornamento, Instagram sta cercando di puntare di più sul reel rispetto agli altri formati, ed è quindi il mezzo con cui si riesce a raggiungere il maggior numero di account possibili.
I reels realizzati dalla National Gallery sono molto eterogenei tra di loro. Alcuni hanno come oggetto il racconto delle opere del Museo, altri alcune curiosità relative al mondo dell’arte. Altri ancora vengono realizzati per l’apertura di mostre particolari.
Tutti i reels del Museo inglese hanno però due elementi in comune: la musica di sottofondo, e le scritte a comparsa. Questi due elementi, sono di fondamentale importanza perché permettono agli utenti di seguire il video per tutta la sua durata senza far perdere troppo l’attenzione.
Le caption dei reels non sono molto lunghe e si limitano ad anticipare in maniera generale ciò che accadrà nel video.
Ecco un video che ci è piaciuto particolarmente:
Reel della National Gallery preso dalla loro pagina Instagram
Questo reel rientra nella categoria di video realizzati per raccontare curiosità relative al mondo dell’arte. Qui in particolare ci si chiede come mai gli artisti firmino le loro opere.
La risposta a questa domanda viene data dalla curatrice del Museo che attraverso l’analisi di un dipinto di Klimt ci spiega l’importanza della firma dietro le proprie opere.
I caroselli presenti sulla pagina della National Gallery sono di due tipi: quelli informativi e quelli più istituzionali.
I primi, vengono realizzati per raccontare alcuni quadri e sono caratterizzati da molte slide con immagini e testi grandi che riempiono ogni singola diapositiva; i secondi promuovono gli articoli presenti nello shop del Museo.
Anche in questo caso le caption non sono molto lunghe e danno qualche informazione sul contenuto del carosello: solitamente nome dell’artista e del dipinto accompagnato da una breve descrizione.
Screenshoot delle stories in evidenza della National Gallery
Anche in questo caso le Stories in evidenza del Museo sono davvero tante e hanno scopi diversi: alcune si limitano a pubblicizzare mostre in corso, altre intrattengono gli utenti.
Le stories che abbiamo trovato più innovative sono senza dubbio i quiz. Un esempio di questi format sono i cicli di stories “Bigger picture”, “Halloween quiz” e “Fashion quiz” dove gli utenti sono chiamati a dare una risposta su diversi argomenti.
Dopo questa breve ma efficace analisi su cosa la National Gallery pubblica sul suo account Instagram e su come cerca di mantenere il dialogo con i suoi visitatori ci avviciniamo ora all’ultima parte di questo articolo, relativa a Tik Tok.
Screenshot della pagina Tik Tok della National Gallery
Su Tik Tok, la National Gallery è presente e i suoi numeri sono impressionanti, non tanto per quanto riguarda i follower ma il numero di like ottenuti che arriva fino ad 1.4 millioni.
All’interno del profilo i contenuti sono raggruppati in 7 playlist:
1. Painting recreations: È una serie di video dove persone reali si divertono a ricreare opere contenute all’interno della collezione museale.
2. Conservation Studio: È una playlist composta da video dove i restauratori di quadri spiegano il loro lavoro. In alcuni casi vengono ripresi mentre stanno restaurando, in altri si dedicano alla spiegazione degli strumenti che usano nel loro lavoro.
3. Zoom in to paintings: Si tratta di una serie di video dove si apre un focus su alcune parti dei dipinti e si mostrano i particolari dei colori utilizzati.
4. 30 second Art History: È una playlist di video della durata di 30 secondi dove si raccontano delle curiosità su alcuni artisti e/o dipinti.
5. Guess the artist: Video-quiz dove l’utente deve cercare di indovinare l’artista che ha realizzato l’opera basandosi su un progressivo allontanamento della fotocamera dal quadro.
6. Women artists: Si tratta di una playlist realizzata per ricordare le donne che hanno ricoperto il ruolo di artiste.
7. How to look at paintings: Nei video di questa playlist troviamo un curatore del Museo che spiega agli utenti come approcciarsi ad alcuni dipinti presenti nella collezione.
Analizzando bene il profilo del Museo inglese vediamo che c’è un attività di cross-posting con Instagram, ma come abbiamo già detto altre volte non è un problema se viene fatto con un certo criterio.
Siamo arrivati alla fine di questo blogpost, speriamo che ti sia piaciuto e che ti sia stato utile. Come sempre ti invitiamo a visitare il nostro blog per trovare altre analisi sui musei europei. Non dimenticarti di farci sapere cosa ne pensi!
A presto,
Valentina Meda e il team di Hubove Studio
Creiamo una strategia digitale adatta al tuo brand:
Contenuti testuali e video sui social, realizzazione video per YouTube, ottimizzazione di sito web, advertising online su Instagram e Facebook.
Se vuoi realizzare qualcosa con noi mandaci una mail!