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Oggi abbiamo deciso di dedicare una breve analisi di Comunicazione e Marketing Digitale del Museo del Louvre, partendo dal sito web fino ai canali Instagram e TikTok.
Con il suo iconico ingresso al di sotto della famosa piramide di vetro, il Louvre è uno dei musei più popolari e ospita la collezione permanente più grande al mondo, seconda solo a quella del Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo.
Iniziamo dunque dal Sito Web, pagina di atterraggio di tutti gli utenti alla ricerca di informazioni pratiche e di itinerari da seguire nel corso della loro visita.
Screenshot della homepage del sito del Museo del Louvre
Non appena si accede al sito web del Museo del Louvre ci imbattiamo in un video emozionale in cui panoramiche del Museo e della sua piazza dall’alto ci invitano ad acquistare i biglietti.
Sotto questo video ci sono delle foto orizzontali che scorrono è costituita da un galleria di fotografie e video di ambienti interni ed esterni al museo, che si ripetono ciclicamente.
Per essere un Museo che ha al suo interno moltissima arte, diremmo che la parte visual compie il suo ruolo di attrattore dell’utente che si trova nella Home.
Il sito, al suo interno, si divide in tre sezioni principali: “Visit”, “Explore” e “What’s on”.
La prima sezione è quella più istituzionale, dedicata ai visitatori, ed è la parte dove l’utente può trovare le informazioni sugli orari di visita, i biglietti, e i giorni di chiusura/apertura del museo.
La seconda sezione “Explore” è suddivisa a sua volta in quattro parti che danno all’utente una visione più specifica di alcune aree di interesse.
Infine, la terza sezione “What’s on” è suddivisa in tre parti.
La prima, chiamata “Exhibitions”, contiene tutte le informazioni relative alle mostre presenti e future; la seconda “Guided tours” contiene le informazioni relative alle visite guidate e organizzate dal museo stesso. La terza e ultima sezione invece si chiama “Life at the museum”, in cui l’utente può approfondire, attraverso la lettura di alcuni articoli, le ultime novità sulle acquisizioni del museo
In questa sezione del sito ci ha colpito molto la parte dedicata alle collezioni. Il Museo ha infatti digitalizzato la sua collezione in modo da rendere l’utente autonoma nella ricerca per aree del Museo, trovando le opere che gli interessano maggiormente.
Sempre in questa sottosezione dedicata alle collezioni, il Museo ha anche diviso le sue opere in sei album tematici, che facilitano non solo la ricerca, ma danno una visione più completa su alcune macro tematiche. I sei album sono dedicati al restauro, alla ritrattistica, alle acquisizioni del 2020, ai capolavori del museo, ai maggiori eventi storici e alle opere riguardanti re, regine e imperatori.
Screenshot della pagina "Explore" del sito del Museo del Louvre
Nella sezione Explore, si trovano anche i “visitor trails” degli itinerari che suggeriscono alcuni percorsi di visita. In questo caso, diversamente dal Museo del Prado, non è presente la possibilità di creare itinerari da poter condividere sui social ma si possono semplicemente seguire.
I Visitor Trails messi a disposizione dal Louvre sono quattro: selezionando il percorso scelto avremmo non solo la lista delle sale e delle opere da vedere, ma ci saranno anche delle indicazioni precise che guideranno l’utente nella sua visita.
Screenshot della pagina "Explore" , Visitors Trails
Tra gli itinerari messi a disposizione, quello che ha catturato maggiormente la nostra attenzione, da bravi millennial quali siamo, è sicuramente “Beyoncè and Jay-Z’s Louvre Highlights”, dedicato al famoso videoclip dei The Carters girato all’interno del Museo.
Questo percorso, della durata di 1h e 30 minuti, ha come obbiettivo quello di mostrare al visitatore tutte le opere che compaiono all’interno del videoclip.
Sarebbe interessante vedere come gli utenti hanno risposto a questo invito, sicuramente inusuale, ma dal grandissimo impatto a livello mediatico: ci sarà magari un hashtag apposito che permetta di condividere sui social la propria esperienza in questo percorso?
Se ne sai qualcosa in più, scrivicelo nei commenti!
Screenshot della pagina "Explore", Visitors Trails, Beyoncè and Jay-z's Louvre Highlights
Su Instagram il Museo del Louvre di Parigi ha una pagina dedicata, ma analizzando le sue statistiche tramite Not Just Analytics, si nota con molta facilità che il loro engagement rate è abbastanza basso. Non è la prima volta che ci imbattiamo in risultati del genere: qualsiasi pagina social con un corporate brand ha a che fare con un problema di coinvolgimento della community.
Quando non ci metti la faccia, come succede invece per i content creators, è più difficile attirare l’attenzione.
Nella bio del Museo si ha sin da subito una chiara volontà di comunicare con i followers, che sono chiamati a pubblicare le foto del museo usando l’#museedulouvre o #louvre.
Ma questo non ci basta per capire se il Museo cerca un rapporto con i suoi utenti o meno, andiamo quindi a vedere quali sono i contenuti pubblicati sulla loro pagina
Sul loro profilo vediamo che utilizzano tutti e 3 i formati proposti da Instagram: post, caroselli e reels.
I singoli post sono costituiti da fotografie scattatate da alcuni followers, con didascalie relativamente brevi dove si limitano a dare delle informazioni sul museo o fare domande alla fine (Call to Action) che hanno come fine quello di far commentare i follower.
Per quanto riguarda i caroselli invece, le cose cambiano leggermente.
Le diapositive sono sempre in un numero compreso fra 5 e 7, e sono composte da foto di quadri, o sculture presenti all’interno della collezione.
Talvolta sono presenti anche scene di backstage, come ad esempio il restauro di un quadro o l’allestimento di un’ala del Museo.
Le diapositive non hanno alcun tipo di grafica, e sono invece accompagnate da lunghe caption, scritte in francese e inglese, che descrivono la scena presa in esame.
I Reels che vengono realizzati dal Museo sono molto eterogenei tra di loro, ma il lo scopo è unitario ed è quello di educare/ informare il loro pubblico.
I Reels di intrattenimento, che in questo contesto potremmo definire educativi, sono composti principalmente da riprese di alcune sale e quadri, una musica di sottofondo e dei sottotitoli, che guidano nel processo di fruizione del video.
Per quanto riguarda invece i reels “informativi”, questi ultimi vengono realizzati in caso di pubblicizzazione di una mostra in partenza o di particolare eventi organizzati dal museo.
Ecco un esempio di Reels informativo realizzato per la mostra di YSL ospitata all’interno delle sale del Museo.
Reels preso dalla pagina Instagram del Museo del Louvre, realizzato per la mostra YSL
Come possiamo vedere dal video qui sopra, il contesto è abbastanza aulico e lascia poco spazio all’interazione dell’utente, che si ritrova ad ammirare le scene come spettatore passivo.
Stories in evidenza prese dalla pagina Instagram del Museo del Louvre
Dando un colpo d’occhio alla pagina del Museo del Louvre si nota subito la presenza di molte stories in evidenza. Anche in questo caso, come per il sito, ci sono dei contenuti che sono più tradizionali mentre altri che sono più catchy.
Tra le stories più innovative ne troviamo alcune denominate “Music” che danno la possibilità di far sentire il suono di alcuni vecchi strumenti come arpa e violini, tramite la musica classica odierna; oppure altre dal titolo “Challenge” dove, durante la quarantena, gli utenti si sono divertiti a ricreare alcuni quadri famosi presenti nel Museo.
Dopo questa breve analisi si nota come il Museo cerca di raccontarsi nei confronti del suo pubblico, ma non crea un rapporto stretto con la sua community. A differenza di altri Musei, il Louvre non cerca di innovare il suo modo di raccontarsi che, a parer nostro, è figlio di una comunicazione molto tradizionale, dai toni a volte aulici.
Il Museo del Louvre non ha una pagina Tik Tok, cosa di per sé non criticabile se dietro questa scelta esiste una precisa strategia di comunicazione.
Ad esempio, possiamo ipotizzare che il Museo è da anni portavoce di un certo turismo di massa e meta di moltissimi turisti, che dunque visiterebbero già di per sé il Louvre senza passare dal social in questione.
A conferma di questa ipotesi c’è il fatto che su TikTok esistono numerosi video di utenti che lo hanno visitato, e che si riprendono all’interno del Museo.
Alcuni di questi video sono fatti da creators con centinaia di follower che raccontano diverse curiosità sul Museo, mentre altri sono fatti da visitatori che si imbattono nelle varie opere e decidono di raccontarle a posteriori.
Non entriamo nel merito della decisione del Louvre, piuttosto prendiamo questa scelta come uno spunto di riflessione per parlare del ruolo che i canali social hanno nei confronti degli ingressi nei Musei.
Da questa breve analisi, che non vuole essere esaustiva ma permettere uno sguardo d’insieme sulla Comunicazione e il Digital Marketing del Louvre, cerchiamo di evidenziare come il Museo possa permettersi ancora un tone of voice particolarmente distante dall’utente.
A cosa è dovuta dunque questa “distanza”: dal disinteresse verso una comunicazione più inclusiva, dati i numeri da capogiro del Museo, o dalla mancanza di consapevolezza dei mezzi utilizzati?
Ti aspettiamo nei commenti!
Ci vediamo nel prossimo articolo e nel frattempo non perderti tutti gli altri articoli che trovi qui.
A presto,
Valentina Meda e il Team di Hubove Studio.
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